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freddo polare

Ultimo Aggiornamento: 22/12/2009 16:01
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22/12/2009 14:12
 
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Il freddo gela il diesel
Auto in panne al Nord bastano dieci gradi sotto lo zero

Fa freddo. La colonnina di mercurio è sotto zero da parecchi giorni al Nord. E le automobili alimentate a diesel iniziano a risentirne. Teoricamente fino a meno 11-12° non dovrebbero registrarsi problemi. Eppure in certi casi succede. La colpa? E’ della paraffina contenuta nei gasoli. Se precipita (e con il freddo succede più rapidamente) i filtri si bloccano e il motore non parte. I tecnici conoscono il problema, che ha pure un suo acronimo: CFPP, cold filter plugging point. Con un buon diesel invernale, se si rimane entro i 12 gradi sotto zero, qualunque motore dovrebbe partire al primo colpo. Se non succede, delle due l’una: o il diesel è taroccato o fa più freddo di quanto non dica il termometro. Non sono più i tempi in cui, come succedeva in Germania negli anni ’80, si bruciavano i giornali sotto la coppa dell’olio per scaldare l’ambiente e favorire l’accensione. Ancora oggi, nonostante i progressi tecnologici, il dialogo tra motore e il carburante a volte si inceppa. E l’automobilista si infuria. A Pavia e dintorni negli ultimi cinque giorni, dopo le pesanti nevicate, le temperature sono scese sotto zero e di notte hanno raggiunto anche i meno 10 gradi. Risultato? Le officine sono state sommerse di richieste di intervento, tutte per lo stesso motivo: congelamento del diesel e blocco del motore. E’ il caso dell’officina Marinoni. La responsabile conferma che il 90% degli interventi di emergenza degli ultimi tre giorni è legato al freddo. Più difficile capire, ammette la signora, la causa del problema. Sia il meccanico, con la sua esperienza pratica quotidiana, sia gli ingegneri e gli esperti del settore tendono a dare la colpa al carburante. «Il diesel non è tutto uguale - spiega Franco del Manso, responsabile ufficio ambiente dell’Unione Petrolifera - c’è quello estivo, quello invernale e quello detto “artico”. In inverno i distributori, per lo meno in Italia ma la regola vale in tutta Europa, dovrebbero vendere solo quello invernale, ad eccezione dell’arco alpino dove è previsto solo quello artico». Il diesel invernale ha un contenuto di paraffina molto inferiore e questo gli permette di resistere fino a temperature attorno a meno 11-12 gradi. In quello artico, usato per i gatti delle nevi o venduto in Paesi dove le temperature sono costantemente sotto i dieci gradi come nella penisola Scandinava o in Russia, la paraffina è azzerata completamente. Nelle regioni del Nord Italia non alpine, e in generale in tutta l’Europa continentale, è sufficiente per i mesi invernali vendere solo gasolio “invernale” per non avere problemi. Non si può escludere, però, che a Pavia e provincia (e magari in altre regioni del Nord) sia stato messo in circolo gasolio estivo, il che avrebbe provocato tutta la serie di blocchi denunciati. Dal punto di vista ingegneristico, invece, gli esperti tendono ad escludere che si tratti di un difetto del motore. Anche se, senza per questo farne una statistica scientifica, i meccanici della Marinoni hanno notato che i modelli più moderni, con il sistema ad iniezione a controllo elettronico, hanno avuto più problemi di quelli all’antica. Le soluzioni fai da te per prevenire il problema, per fortuna, esistono. Prima di essere costretti a chiamare il carro attrezzi e spendere soldi per dare l’auto in cura al meccanico, si può ridurre il rischio di congelamento mettendo un po’ di benzina nel serbatoio. Naturalmente deve essere una quantità minima e non superiore al 10% del diesel già caricato nel serbatoio. Insomma, su un’auto da 60-70litri, 5 litri di benzina sono sufficienti. In ultima istanza vale la pena recarsi sempre dal distributore di fiducia. Infatti i produttori di gasolio sono obbligati a rispettare certe specifiche europee. «Il prodotto che esce dalle raffinerie è sempre a norma» garantiscono dall’Unione Petrolifera. Se il gasolio è avariato, insomma, la colpa è solo e sempre del distributore.

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