Come molti di voi anche io ho un profilo aperto su FB da un paio di anni credo. Sebbene all'inizio odiassi la sola idea farne parte, mi convinsi a inserirmi per seguire le vicende della vertenza sindacale che stava interessando la mia azienda. Infatti sul profilo appositamente aperto era possibile seguire tutti gli articoli e le iniziative sindacali in modo veloce e moderno. Insomma si faceva un uso intelligente di uno strumento nato fondamentalmente per farsi gli affari degli altri e per caxxeggiare.
Però poi anche io sono entrato nel gorgo e per alcuni mesi ho condiviso foto personali di eventi e vacanze e ho contattato e sono stato contattato da gente che non vedevo da anni e delle quali mi ero scordato il motivo per il quale non le frequentavo più.
Poi sono rinsavito.
Ho cancellato gran parte delle foto lasciando solo quelle mie in bici (ben sapendo che comunque, quelle eliminate, rimangono proprietà di FB) e ho eliminato una schiera di amicizie (finte) lasciando solo le persone con le quali in qualche modo ho dei contatti ANCHE fuori da FB.
Molti mi hanno scritto e riproposto l'amicizia, ma inutilmente. Mi avranno odiato, pazienza, problemi loro.
Poi ho ridotto notevolmente i miei accessi in FB, tanto che ho pensato di cancellare il mio profilo, ma due cose mi hanno fermato dal farlo.
La prima è che tramite il mio profilo posso in qualche modo monitorare i profili dei miei figli, i quali essendo ancora minori, sono a mio parere troppo esposti ai pericoli della rete, pedofilia in primis.
La seconda ragione e che sebbene non condivida il network in quanto forma di relazione, non posso negare che oggi più che mai, bisogna restare in contatto con la realtà e tenersi aggiornati sugli strumenti della società, anche se non si condividono.
Credo infatti che per noi che proveniamo da un mondo "analogico", l'odio per tutto ciò che è "digitale", sia un sentimento naturale che deve essere gestito al fine di evitare una totale emarginazione e al contempo per preservare e trasferire ai nostri figli "digitali", quei valori che erano normale stile di vita in un periodo pre-informatizzato.
Valori (faccio un esempio) come una sincera stretta di mano o un "NO" detto guardandosi negli occhi; valori che rischiano sempre di più di diventare anacronistici e che al contrario dovrebbero essere riscoperti se vogliamo risollevare questa nostra società.
Credo che in questo senso, la mia generazione (quella degli anni 60/70) abbia una grossa responsabilità.
Come i nostri nonni furono i testimoni del passaggio da un mondo a trazione a animale a quello delle macchine, da un mondo agricolo a quello industriale, così noi siamo i testimoni viventi di un mondo dove non esisteva il computer e tanto meno internet.
Noi siamo quella generazione che sa sopravvivere nel modo moderno digitalizzato e che al contempo saprebbe vivere in un mondo senza il computer.
Una bella responsabilità non credete?